Dialogo tra mondi? Le condizioni della Pace
Le ultime elezioni politiche, in Europa e negli USA, sono accomunate dalla richiesta, da parte dei cittadini, che vengano terminate le guerre in corso
Trump ha vinto le elezioni (‘Trump Trionfa’ ha titolato il WP) soprattutto chiedendo agli americani che lo eleggessero non per iniziare nuove guerre ma per terminare le guerre già aperte (‘La sua vittoria cambia la natura stessa dell’America’ secondo il NYT) evidentemente cosciente del fatto che a provocarle siano state le politiche egemoniche degli Stati Uniti.
Le sue dichiarazioni sulla volontà di terminare le guerre in atto e non iniziarne di nuove, lasciano ben sperare. Risultano in continuità con quelle del primo mandato: «Voglio dire alla comunità mondiale che, mentre metteremo sempre al primo posto gli interessi dell’America, tratteremo ciascuno in modo equo, tutti i popoli e tutte le altre nazioni. Cercheremo un terreno comune, non l’ostilità; la partnership, non il conflitto».
Sull’altro versante, il 7 novembre, il presidente russo, Vladimir Putin, partecipando alla riunione plenaria del 21° incontro annuale del Valdai Discussion Club a Sochi, in Russia, vi ha pronunciato un discorso, nel quale ha affermato che il mondo “unipolare” guidato dall’Occidente sta volgendo al termine, lanciando un appello affinché venga congiuntamente costruito un nuovo mondo multipolare più equo che rispetti gli interessi di tutti i Paesi.
Parlando del conflitto con l’Ucraina, Putin, ha tra l’altro affermato che la Russia intende creare le condizioni per una soluzione a lungo termine del conflitto, ma ciò richiede che l’Ucraina diventi un Paese neutrale. La non neutralità significherebbe, infatti, che l’Ucraina continuerebbe ad essere utilizzata da altri Paesi come strumento per danneggiare gli interessi della Russia, in questo caso sarebbe difficile immaginare che ci possano essere relazioni di buon vicinato e amichevoli tra i due Paesi.
“La Russia non è nemica dell’Occidente, ci limitiamo a difendere la nostra sovranità e la nostra libertà minacciata da chi pretende di rappresentare l’unica civiltà possibile. Il metodo coloniale non ha più senso nel mondo di oggi, caratterizzato dal protagonismo di Stati e nazioni che non vogliono prendere ordini dagli Stati Uniti, ma realizzare un equilibrio armonioso basato sul rispetto e la comprensione reciproca“.
«È mia profonda convinzione che l’unico nuovo sistema internazionale possibile sia quello che consente la polifonia, così che molti toni e molti temi musicali possano essere suonati insieme a formare armonia. Si può affermare che ci stiamo muovendo verso un sistema mondiale che sarà polifonico anziché policentrico, un sistema in cui tutte le voci vengono ascoltate e, soprattutto, devono assolutamente essere ascoltate. Coloro che sono abituati a esibirsi da solisti e che volessero continuare così dovranno ora abituarsi ai nuovi “spartiti”».
Ci domandiamo quale sarà, al di là dei proclami elettorali, l’effettiva politica estera di Trump
Ecco i primi passi che riteniamo necessari (vedi Tra guerra e Pace a cura di M.Dinucci) per giungere alla pace nello spazio europeo:
- Prerequisito fondamentale dovrebbe essere un cessate il fuoco fra NATO/USA e Russia in Ucraina non una tregua atta al riarmo e alla futura ripresa delle ostilità.
- Aprire un negoziato al vertice tra i presidenti Trump e Putin per gettare le basi politiche della pace nello spazio europeo.
- Demilitarizzazione e denuclearizzazione dell’intero fronte europeo attraverso il ritiro delle forze USA-NATO (12 siti nucleari USA/NATO di cui sei attivi) a raggio intermedio nello spazio europeo, quelle russe in Bielorussia e porre le basi per andare verso un INF 2 [in questo momento è in corso la Steadfast Noon un’esercitazione nucleare che vede impegnati 13 paesi tra cui Italia, Germania, Olanda e Belgio che hanno atomiche USA pronte all’uso sul proprio territorio e poi Polonia, Romania, Finlandia paesi in pericolosissima prossimità con la Federazione Russa (potenziali siti atomici) e con cacciabombardieri (F35, F16, ecc.) usabili come vettori nucleari, in pratica un fronte avanzato di attacco nucleare alla Russia. (in prospettiva bisognerebbe giungere a riabilitare i trattati START (acronimo di Strategic Arms Reduction Treaty), finalizzati a ridurre gli arsenali nucleari per successivamente puntare al reciproco disarmo nucleare di entrambe le potenze contestualmente alle altre.
- Togliere le sanzioni alla Russia e riallacciare i rapporti economici, politici e culturali tra USA e Russia e liberare la Ue dal vincolo di guerra con la Federazione Russa.
- Gli USA dovrebbero convocare una conferenza internazionale con partecipazione di USA/NATO, Ucraina, Ue, Russia e Bielorussia per una soluzione negoziata del conflitto sotto l’egida dell’ONU e l’instaurazione di un sistema di sicurezza in Europa che preveda il veto permanente all’ingresso dell’Ucraina nella Nato (Ucraina neutrale) e della Nato nell’Ucraina e la sua completa demilitarizzazione.
e in MEDIORIENTE
- Immediato e permanente cessate il fuoco e ritiro da Gaza dell’esercito israeliano, e in Cisgiordania degli insediamenti dei coloni armati con restituzione dei territori occupati.
Il governo del territorio palestinese lasciato ai palestinesi. - Conferenza Internazionale tra i paesi della regione a partire da Israele, Iran, Libano, Palestina ecc. per soluzione negoziata e instaurazione di un sistema di sicurezza in tutto il Medioriente.
I cavalli di battaglia di Trump: ‘Make America great again‘, ‘America First’ intesi come volontà di ritorno ad una completa egemonia imperiale USA sul resto del mondo sono ormai impraticabili e dovrebbero viceversa assumere il senso di una politica estera sovrana tesa prima di tutto a salvaguardare gli interessi del popolo americano, i quali, ovviamente, escludono la guerra globale nucleare o l’attuazione di politiche mirate a spezzare la coesione tra i BRICS o a dividere Russia e Cina e simili e che gli USA tornino ad essere un paese normale, un polo collaborativo tra gli altri.
Con le parole di Putin:
«Nel mondo multipolare emergente non dovrebbero esserci nazioni o popoli perdenti che si sentano offesi e umiliati. Solo allora potremo garantire condizioni veramente sostenibili per uno sviluppo universale, equo e sicuro. Il desiderio di cooperazione e interazione è senza dubbio prevalente, superando anche le situazioni più acute (…) il nuovo mondo può svilupparsi con successo solo attraverso la più ampia inclusione. L’esperienza degli ultimi due decenni ha chiaramente dimostrato a cosa porta l’usurpazione, quando qualcuno arroga a se stesso il diritto di parlare e di agire per conto degli altri».
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