È sufficiente scendere in piazza e reclamare genericamente la Pace?

È sufficiente scendere in piazza e reclamare genericamente la Pace?

Dicembre 3, 2023 2 Di Francesco Cappello

Un invito a focalizzare le richieste dei movimenti su tre punti:

1) L’abrogazione della Legge n°94 del 17 maggio del 2005 che istituzionalizza la cooperazione militare a tutto campo tra Italia e Israele.
2) La richiesta che le Nazioni Unite inviino immediatamente una forza internazionale di peacebuilding e peacekeeping a Gaza, territorio dello Stato di Palestina che dal 2012 fa parte delle Nazioni Unite con tutti i diritti, salvo quello di votare.
3) La messa in stato di accusa dei capi di Israele per crimini di guerra, crimini contro l’umanità e crimine di genocidio.

Chiedere genericamente la Pace è necessario ma non sufficiente. Importante ma non efficace. Nobile ma insufficiente. Si potrebbe dire che fa parte dello scenario complessivo, per non dire della sceneggiatura ormai rituale della generica richiesta di pace da parte dei movimenti che si oppongono alla guerra. Sarebbe opportuno che ci si focalizzasse su richieste precise e stringenti.

Quali? Ecco la proposta in tre punti che avanziamo nel contesto dalla Campagna Fuori l’Italia dalla guerra. Vedi la puntata di Grandangolo del 22 nov. 2023

Prima richiesta

1. Abrogazione finalizzata alla interruzione sine die del rapporto ormai ventennale di collaborazione militare tra Italia e Israele codificata dalla Legge 17 maggio 2005 n.94, in vigore dall’8 giugno del 2005 quale “Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’intesa (1) tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, fatto a Parigi il 16 giugno 2003″ Con la legge 94 si è acconsentito ad una deroga permanente ed illegale della legge 185 sull’esportazione di armamenti, includendo arbitrariamente Israele tra i paesi Nato e della Ue per i quali la 185 riserva un trattamento privilegiato.
Riportiamo qui l’articolo 2 del Memorandum

ARTICOLO 2 -OBIETTIVI DELL’INTESA
1 – Entrambe le Parti del presente Memorandum convengono di stabilire rapporti
reciproci fra i Ministeri della Difesa e le loro Forze Armate, al fine di stabilire
una cooperazione nei settori della difesa, il che consentirà loro di aumentare
le capacità di difesa.
2 – La cooperazione fra le Parti riguarderà i seguenti settori:
Industria della difesa e politica di approvvigionamento di competenza
dei Ministeri della Difesa
.
Importazione, esportazione e transito di materiali militari e di difesa.
– Operazioni umanitarie, Organizzazione delle forze Armate, struttura e materiali di reparti
militari e gestione del personale.
– Formazione/Addestramento, Questioni ambientali e inquinamento provocati da strutture militari.
– Servizi medici militari, Storia militare, Sport militari.
La cooperazione militare non si limiterà ai settori sopra menzionati. Le
Parti cercheranno nuovi settori di cooperazione di interesse reciproco.
3 – Il presente documento enuncia i principi che disciplinano la
summenzionata cooperazione reciproca.

Il Memorandum ha esteso la collaborazione al campo della ricerca bellica e dello scambio di dati tecnici come si evince ai commi 3 e 4 dell’art.3

3 – Le parti incoraggeranno le rispettive industrie nella ricerca di progetti
e materiali di interesse per entrambe le Parti. Tale cooperazione riguarderà la
ricerca, lo sviluppo e la produzione
.
4 – Ai fini del ‘Presente MoU, per “informazioni tecniche” si intendono
tutti i dati tecnici o commerciali e le informazioni operative, comprese, ma
non esclusivamente, le informazioni riservate, quelle sui clienti, il know-how,
i brevetti ed il software per computer.

Seconda richiesta

L’ONU, con la risoluzione 67/19 dell’Assemblea generale del 29 novembre 2012, ha riconosciuto la Palestina come Stato non membro (ossia senza di diritto di voto) con status di osservatore permanente. Lo Stato di Palestina ha, quindi, diritto ad una forza di interposizione dell’ONU a Gaza che faccia cessare immediatamente il bombardamento quotidiano della popolazione civile della Striscia.
Ricordiamo che ad oggi oltre due milioni di peacekeeper di 125 paesi dal 1948 hanno prestato servizio in 71 missioni.
Jean-Pierre Lacroix, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per le operazioni di pace ha dichiarato: ”per 75 anni, il mantenimento della pace delle Nazioni Unite ha contribuito a porre fine ai conflitti, proteggere i civili, promuovere soluzioni politiche e garantire una pace sostenibile”.

Terza richiesta

L’individuazione, la denuncia e la messa in stato di accusa di Israele e della sua attuale dirigenza politica per aver compiuto crimini internazionali.
I crimini internazionali sono atti gravemente lesivi dei valori sui cui si fonda la comunità internazionale, comportanti la responsabilità penale degli individui che ne sono autori secondo il diritto internazionale. I crimini di guerra, i crimini contro l’umanità, il crimine di genocidio sono considerati crimini internazionali dalla comunità internazionale.

CRIMINI DI GUERRA
I crimini di guerra possono essere distinti in quattro gruppi: crimini contro persone protette; crimini contro beni protetti; crimini connessi all’impiego di metodi di combattimento vietati; crimini relativi all’uso di mezzi di combattimento proibiti. I crimini contro persone protette, sia nei conflitti internazionali che nei conflitti interni, comprendono tra l’altro: l’attacco deliberato contro la popolazione civile o singoli civili che non partecipino direttamente alle ostilità; l’uccisione e la tortura di prigionieri di guerra; il reclutamento di bambini soldato; l’attacco deliberato contro il personale di una missione di assistenza umanitaria o di peacekeeping, a cui sia riconosciuta la protezione spettante ai civili”.
Tra i crimini contro persone protette possiamo annoverare i bambini uccisi sotto la pioggia indiscriminata dei bombardamenti israeliani insieme agli oltre cento funzionari dell’ONU così come i giornalisti presi deliberatamente di mira. Tra i beni protetti ricordiamo ospedali, scuole, moschee.
Relativamente all’uso di mezzi di combattimento proibiti segnaliamo l’uso di fosforo bianco e di bombe da una tonnellata impiegate per demolire interi quartieri civili.

bombardamento di Moschea a Gaza da parte dell’esercito israeliano

CRIMINI CONTRO L’UMANITÀ
Israele sta compiendo anche crimini contro l’umanità che “sono atti inumani compiuti nell’ambito di una prassi estesa o sistematica di violenze nei confronti di una popolazione civile”.
CRIMINI DI GENOCIDIO
Israele sta commettendo crimini di genocidio. “Il crimine di genocidio è stato definito per la prima volta dalla Convenzione delle NU del 1948 sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio. Questa elenca cinque condotte che configurano un genocidio in quanto siano sorrette dall’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, in quanto tale”.

Si veda a proposito della volontà di genocidio della popolazione palestinese la seguente dichiarazione pubblica dell’ex ambasciatore israeliano in Italia Dror Eydar

Dror Eydar

L’obbiettivo dichiarato è quello di espandere gli insediamenti dei coloni nella Striscia. Lo scrive su X il premier israeliano Benjamin Netanyahu:
“Stasera verrà posta nella Striscia di Gaza la prima pietra dell’insediamento ‘Ofir’, che prende il nome dall’ex capo del Consiglio della Porta del Negev, il defunto Ofir Liebstein, assassinato da Hamas. Ofir era un leader, un uomo della Terra di Israele, un uomo di costruzione, un uomo di insediamento. Qui cresceranno bambini e ragazzi che verranno istruiti sul suo contributo, sul suo eroismo e sul suo sacrificio. Ripristineremo gli insediamenti, espanderemo gli insediamenti e aggiungeremo altri insediamenti”.

Ovviamente per raggiungere lo scopo la popolazione palestinese risparmiata dai bombardamenti (compresa quella della Cisgiordania) va deportata nel deserto del Sinai e in Egitto. Vedi: IL MINISTERO DELL’INTELLIGENCE ISRAELIANO: DEPORTARE I PALESTINESI NEL DESERTO DEL SINAI | GRANDANGOLO – PANGEA

La volontà di genocidio del popolo palestinese è testimoniata anche da atti come la distruzione di un monumento ad Arafat da parte di un bulldozer israeliano

Portavoce UNICEF James Elder, dall’ospedale Nasser di Gaza. “Questa è una guerra contro i bambini”


(1) Memorandum d’intesa tra Italia e Israele

005G011700100010110001

articolo pubblicato su
sovranitapopolare.org
natoexit.it
fuorilitaliadallaguerra.it

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