Espulsa la Federazione Russa dal CERN di Ginevra

Espulsa la Federazione Russa dal CERN di Ginevra

Maggio 9, 2023 1 Di Francesco Cappello

La crociata contro la Russia che ha colpito l’arte e la cultura russa, i suoi artisti e persino sport e religione non ha risparmiato scienziati e istituzioni di ricerca russe, impegnate da decenni in collaborazioni con ricercatori di tutto il mondo, in particolare a Ginevra, presso il CERN

Il nostro Edoardo Amaldi fu tra i fondatori del CERN. La ORGANIZZAZIONE EUROPEA PER LA RICERCA NUCLEARE contribuì a mettere insieme paesi europei che si erano combattuti nel corso del secondo conflitto mondiale.

Lhc è ufficialmente l'acceleratore più potente del mondo - Focus.it

Da dodici gli stati membri fondatori nel 1954 ai 23 odierni, più alcuni paesi osservatori. Al CERN, circa 11mila scienziati da più di 110 Paesi collaborano intorno alla più grande macchina mai costruita dall’uomo alla ricerca di ciò che ha dato origine al nostro universo. Il nostro Paese con 2.600 fisici è protagonista della ricerca che vi si svolge.
Da direttore del CERN, il premio Nobel Carlo Rubbia, aveva consolidato il rapporto con la Russia dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica nel ’91. Mosca è attualmente tra i paesi che più hanno contribuito a finanziare lo sviluppo della ricerca. Oggi sono circa mille gli scienziati russi che lavorano da anni insieme ai colleghi di tutta Europa e di tutto il mondo; secondo John Ellis, uno storico fisico del King’s College di Londra, sono talmente importanti per la regolare attività scientifica del centro di ricerca di Ginevra che senza di loro il «Cern si fermerebbe».

Il Cern per gestire il più grande acceleratore di particelle LHC, utilizza 1,3 TWh di energia elettrica ogni anno, equivalente all’energia necessaria per alimentare 300 mila abitazioni nell’arco di un anno. A provocare recentemente un fermo tecnico del CERN sono state le sanzioni energetiche alla Federazione russa. Lo documenta M.C.Cavuoto studentessa di Ingegneria Energetica all’Università di Bologna: “Il Cern ha deciso di anticipare lo stop tecnico di fine anno dell’acceleratore di particelle LHC. Si tratta di un’operazione nota come year-end techical stop, abbreviata con Yets. La decisione è giustificata dal Cern dalla necessità di ridurre i consumi energetici, considerata l’attuale crisi energetica internazionale scaturita dal conflitto Russia-Ucraina“.

Sul sito del CERN si legge:

“La Russia ha una lunga storia di cooperazione con il CERN, avendo firmato il suo primo accordo di collaborazione nel 1967, ed è attualmente uno Stato osservatore con diritti speciali. Il CERN ha attualmente più di 1000 utenti scientifici provenienti da università e istituti russi. Università e istituti dalla Russia, così come da JINR/Dubna, hanno contribuito in modo significativo all’acceleratore LHC, ai quattro grandi esperimenti LHC e all’infrastruttura di calcolo. Sono in corso discussioni su possibili contributi ad alta tecnologia da parte della Russia e di JINR/Dubna all’aggiornamento ad alta luminosità dell’LHC (HL-LHC). Anche le università e gli istituti russi stanno contribuendo a ulteriori progetti di accelerazione e ricerca e sviluppo e a piccoli esperimenti al CERN”.

Tuttavia all’indomani dell’operazione speciale russa in Ucraina la ORGANIZZAZIONE EUROPEA PER LA RICERCA NUCLEARE – CERN – l’8 marzo del 2022 pubblica la “RISPOSTA DEL CERN ALL’AGGRESSIONE CONTRO L’UCRAINA“(1)

Il Consiglio dopo aver ribadito, tra l’altro:
“Che l’Organizzazione è stata istituita all’indomani della Seconda Guerra Mondiale per riunire
nazioni e persone per il perseguimento pacifico delle scienze
“;

Che i valori fondamentali dell’Organizzazione si sono sempre basati sulla
collaborazione scientifica transfrontaliera come motore della pace
“;

adotta, tra le altre, le seguenti misure:

Lo status di osservatore della Federazione russa è sospeso fino a nuovo avviso;
Il CERN non avvierà nuove collaborazioni con la Federazione Russa e le sue istituzioni
fino a nuovo avviso
;
La situazione continuerà ad essere monitorata con attenzione e il Consiglio è pronto ad
adottare ulteriori misure
, se necessario”.

Il consiglio del Cern di Ginevra vota la chiusura della collaborazione con Russia e Bielorussia a partire dalla loro data di scadenza nel 2024, alla luce della “invasione militare illegale dell’Ucraina in atto, che ha provocato una diffusa crisi umanitaria e una significativa perdita di vite umane”. “Il Consiglio ha inoltre deciso di rivedere la futura cooperazione del CERN con il Joint Institute for Nuclear Research (JINR) con largo anticipo rispetto alla scadenza dell’attuale ICA nel gennaio 2025.”

Per Fabiola Gianotti, direttore generale del Cern: “La decisione del Consiglio lascia comunque la porta socchiusa per una ripresa della collaborazione scientifica, se le condizioni lo permetteranno in futuro”.

Si attende la scadenza degli accordi del 2024 per decidere se sospendere del tutto la collaborazione e procedere con la conseguente espulsione di circa mille scienziati russi dal CERN di Ginevra.

Non solo il CERN
Su scala internazionale, molto significative le dichiarazioni di EPS, IUPAP, NUPECC, DESY, solo per citarne alcune.

Cinquanta scienziati italiani hanno provato a fermare questa scelta del Consiglio del Cern sottoscrivendo un appello In difesa del primato della scienza.
Il fisico Guido Tonelli dell’università di Pisa e protagonista della scoperta del bosone di Higgs ha dichiarato che “La scienza come l’arte deve restare un santuario inviolabile… un’orchestra che suona insieme da decenni non può espellere dei membri solo per la loro nazionalità rischiando di distruggere un patrimonio che non si ricostituirà mai più”.
Luciano Maiani che del CERN è stato direttore generale dal 1989 al 2003 così si è espresso: “L’espulsione di un paese sarebbe un precedente senza ritorno. Distruggeremmo un canale importantissimo che anche nei peggiori anni della guerra fredda è rimasto sempre aperto; anche in altre guerre nessuno si è sognato di mettere in discussione la collaborazione scientifica ad esempio contro gli Stati Uniti”.
Antonio Zoccoli, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare: «Il Consiglio è diviso fra paesi che spingono per la rottura con la Russia e paesi che vogliono mantenere la situazione attuale. L’Italia è fra i secondi ». A cercare la rottura Polonia, Germania, Finlandia.

C’è pure un piccolo gruppo di scienziati russi operanti al CERN che sembrano disconoscere tutte le vicende che condussero agli accordi di pace (Minsk I e II) del 2015 e alla loro successiva violazione condannando la “aggressione” del proprio Paese: “Siamo attivi contro le azioni militari avviate in Ucraina dalle autorità della Federazione Russa. Chiediamo con forza la risoluzione del conflitto attraverso la diplomazia e i negoziati come l’unico modo appropriato“.

Dal febbraio dello scorso anno abbiamo visto, solo per citare alcuni casi, la soppressione di un corso su Dostoevskij all’Università di Milano, il teatro La Fenice di Venezia negarsi alla più grande interprete di Rachmaninov Valentina Lisitsa perché troppo filorussa (2), l’esclusione della Russia dal festival di Cannes così come dai mondiali di calcio.
Quel che è successo al CERN non era mai accaduto né con le invasioni sovietiche della Cecoslovacchia nel ‘68 né nel ’79 con quella dell’Afghanistan. Ci si potrebbe chiedere e sarebbe una domanda più o meno retorica come mai le altre vere aggressioni, dallo smantellamento della Jugoslavia e dell’Iraq, la demolizione della Libia, la Siria, lo Yemen ecc. non abbiano provocato analoghe reazioni tra i dirigenti del CERN e i loro mandanti, a carico di chi quelle guerre le ha volute e criminalmente perseguite.

(1) https://council.web.cern.ch/sites/default/files/c-e-3626_Resolution_re_Russia%20.pdf

c-e-3626_Resolution_re_Russia-it

(2) BYOBLU, insieme a Pangea Grandangolo hanno meritevolmente organizzato un concerto – evento che ha costituito un vero e proprio manifesto contro ogni forma di censura dell’arte contro l’oscurantismo della propaganda – con Valentina Lisitsa che ha eseguito per la TV dei Cittadini i 24 Preludi di Sergej Rachmaninov, compositore e musicista russo. Il concerto è visibile qui.

Aggiornamento del 24 marzo 2024
L’Organizzazione europea per la ricerca nucleare (Cern) ha deciso di non estendere l’accordo di cooperazione con la Russia. Secondo la portavoce del ministero, Maria Zakharova, questa mossa è “inaccettabile” e va contro lo spirito di collaborazione scientifica internazionale. Ecco le sue parole:«Durante una riunione a porte chiuse del Consiglio dell’Organizzazione europea per la ricerca nucleare il 15 dicembre 2023, gli Stati membri di questa struttura hanno deciso di non rinnovare l’accordo di cooperazione con il nostro Paese. Riteniamo che tali azioni siano politicizzate e assolutamente inaccettabili. Sono fondamentalmente contrari allo spirito di cooperazione scientifica». Questa risposta arriva in seguito all’annuncio del portavoce del Cern, Arnaud Marsollier, che ha dichiarato che la collaborazione con i specialisti russi verrà interrotta a partire dal 30 novembre.

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