Finanziare il sistema della guerra o quello della protezione civile? Warfare o welfare?

Novembre 15, 2019 0 Di Francesco Cappello

L’Italia è un paese bellissimo e fragile. Gli interventi necessari in tutto il paese atti a prevenire, frane, smottamenti, straripamenti, alluvioni ecc. non sono ulteriormente procrastinabili.
Quando si dice che manca il lavoro si ripete una menzogna che ci ha messo in bocca la propaganda.

La verità è che il sovvertimento della finanza pubblica a cui è stato sottoposto il nostro paese fa oggi mancare le risorse finanziarie là dove servono. Per affrontare il dissesto idrogeologico servono da 2 a 300 miliardi di euro. Si tenga presente che un euro speso in prevenzione ne risparmia 100 a danno avvenuto. Quanti posti di lavoro sono necessari?

Come mai non si trovano adeguate risorse per affrontare il dissesto idrogeologico mentre non si fanno mai mancare per continuare a impegnare l’Italia in 37 missioni militari di cui 35 internazionali in 22 paesi!

Facciamo l’esempio della messa in sicurezza del bacino dell’arno:

“Sono partite le progettazioni e a breve inizieranno anche i lavori”. Il governo ha finanziato 110 milioni di euro per la Toscana, la metà sono per l’Arno”.

Mancano però per la diga di Levane. In programma, come è noto, ci sono quattro casse d’espansione in Valdarno – dei lavori si deve occupare la Regione.

Che effetto avranno questi interventi?

“Non risolvono il problema complessivamente, ma lo mitigano abbastanza”

A parlare così è l’ing. Massimo Lucchesi, segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Settentrionale, l’ente che si occupa di pianificare gli interventi per la messa in sicurezza ricordando le altre richieste dell’Autorità di bacino ANCORA IN ATTESA DI FINANZIAMENTO, come le dieci casse d’espansione da realizzare lungo la Sieve.