Canone inverso anche per Valery Gergiev. Firma la Petizione ‘NO CENSURE DI GUERRA!’
Opponiamoci all’ennesima campagna di odio anti-russo che alimenta l’idea malsana di un popolo nemico che ci minaccia, e la legittimazione e la preparazione della guerra contro di esso
Firma la petizione NO CENSURE DI GUERRA!
Nel film Canone inverso ( a partire da 1,24), una fiction letteraria, basata sul romanzo omonimo di Paolo Maurensig del 1996, durante un concerto nell’accademia musicale di Praga, i nazisti irrompono e impediscono di suonare a tutti i musicisti di origine ebraica. In particolare, vengono arrestati la celebre pianista Sophie Levi, il violinista David Blau (figlio ebreo del barone), e tutti gli altri studenti ebrei presenti — incluso Jeno Varga, che pur non essendo ebreo di nascita, viene espulso dall’accademia per solidarietà e legami con gli studenti colpiti dalle leggi razziali.
Era già successo: al direttore d’orchestra Valery Gergiev, era già stato impedito di dirigere la Dama di picche di Cajkovskij alla Scala di Milano, in programma il 5 marzo del 2022, perché russo e “putiniano”.
Di recente, Valery Gergiev, il maestro russo, era atteso il 27 luglio 2025 al festival Un’Estate da Re presso la Reggia di Caserta in cui era previsto che suonassero affiancate l’Orchestra Filarmonica “G. Verdi” di Salerno e i solisti dell’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo [1] ma oltre 700 intellettuali, premi Nobel, attivisti e parlamentari europei hanno firmato due lettere aperte indirizzate a Ursula von der Leyen e al governatore della Campania Vincenzo De Luca, chiedendo e ottenendo la cancellazione del concerto e un’inchiesta sui fondi pubblici eventualmente utilizzati per promuovere eventi legati alla propaganda russa (vedi Ansa). Allo scopo è stata lanciata una petizione on line dall’Associazione dei Russi Liberi. I firmatari propongono, inoltre, un fondo culturale europeo dedicato agli artisti dissidenti, in contrasto con la “propaganda culturale” statale russa.
Tra i promotori delle proteste figura Yulia Navalnaya, vedova di Alexei Navalny (vedi Navalny, una vita finanziata dagli USA per diffondere il nazismo in Russia), che definisce il concerto un “dono al dittatore” Putin.
La vicepresidente del Parlamento Europeo, l’immancabile Pina Picierno, ha denunciato che l’evento potrebbe legittimare simbolicamente il regime russo. In un post su X e successivamente in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, Picierno ha definito Gergiev “fiancheggiatore del Cremlino”, sottolineando che farlo esibire con soldi dei contribuenti equivarrebbe a favoreggiare un regime che considera criminale. Ha perciò chiesto al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, di modificare il cartellone per evitare “che i soldi dei contribuenti finiscano nelle tasche di un fiancheggiatore di un regime criminale” liberoquotidiano.it. In un’altra dichiarazione al Corriere del Mezzogiorno ha ribadito: “Gergiev è, senza dubbio, un grande maestro, ma purtroppo è anche un sostenitore di un dittatore criminale”, aggiungendo che il concerto rappresenta “una tattica di propaganda del regime di Putin per manipolare l’opinione pubblica” elpais.com. Trionfalmente oggi dichiara “Abbiamo lottato, abbiamo vinto” e rilancia organizzando una manifestazione nel luogo e nel giorno in cui avrebbe dovuto tenersi il concerto mentre nella sala stampa della Camera hanno inscenato una conferenza dal titolo “Cultura o propaganda?“.
La Regione Campania che aveva inizialmente confermato l’evento e difeso l’iniziativa quale gesto di diplomazia culturale e dialogo ha ora ceduto alle pressioni annunciando l’annullamento del concerto. Il governo italiano con il vicepremier e ministro degli Esteri Antonino Tajani se ne sono lavate le mani precisando che il concerto era stato organizzato dalla Regione Campania e non dal governo centrale, quindi l’esecutivo nazionale non avrebbe responsabilità dirette sull’evento perché estraneo alla sua organizzazione.
Le associazioni ucraine in Italia avevano minacciato che se l’evento con Valery Gergiev non fosse stato annullato loro avrebbero acquistato i biglietti per partecipare al concerto trasformandolo in una manifestazione dall’interno. La conseguenza reale di questa minaccia avrà certamente contribuito alla decisione di cedere alle richieste di annullamento per il rischio di problemi di sicurezza e di ordine pubblico. (https://europaradicale.eu/gergiev-gli-ucraini-si-associano-allappello-di-europa-radicale-chiedendo-di-annullare-il-concerto/)
Quello di Gergiev è purtroppo solo uno dei troppi casi di questa ignobile pratica, diventata quasi consuetudine nel nostro paese, e che non può non far venire in mente i modi e le pratiche nazifasciste della propaganda di guerra contro gli ebrei. Diffondere l’idea di un popolo nemico e la necessità di prepararsi alla guerra per armarsi sino ai denti e affrontarlo militarmente.
Elenchiamo di seguito alcuni di questi tristi episodi di cui il nostro paese dovrebbe vergognarsi (vedi Continua la Russofoba censura dell’arte, dello sport e della scienza russe)
Valentina Lisitsa (Pianista): Concerti cancellati a Venezia (aprile 2023) e Lerici (luglio 2022).
Denis Matsuev (Pianista): Concerti annullati, incluso quello a Genova (maggio 2023).
Sergei Polunin (Ballerino): Spettacolo annullato al Teatro Arcimboldi di Milano.
Anna Netrebko (Soprano): Concerti e opere annullati, inclusa “Adriana Lecouvreur” alla Scala di Milano.
Nikolay Luganskiy (Pianista): Critiche e richieste di boicottaggio per un concerto programmato a Padova.
Anna Netrebko (Soprano): Concerti annullati alla Scala di Milano.
Nikolay Luganskiy (Pianista): Critiche e richieste di boicottaggio per un concerto programmato a Padova.
Alexander Romanovsky (Pianista): è riuscito a suonare tra mille proteste al conservatorio di Padova. Il Comune ha ritirato il patrocinio all’evento.
Ildar Abdrazakov il prestigioso basso russo escluso dalla produzione del “Don Carlo” di Giuseppe Verdi.
Come si vede Gergiev è solo la più recente vittima dell’ormai imperante “cancel culture” che attacca gli artisti come forma di propaganda di guerra e che non ha risparmiato la cultura letteraria, la scienza, lo sport, la religione russa (vedi Continua la Russofoba censura dell’arte, dello sport e della scienza russe).
L’Italia non è sola a promuovere queste operazioni di propaganda bellica atte alla costruzione del nemico e alla conseguente ineluttabilità del riarmo e della guerra. Nel caso di Valery Gergiev, la Filarmonica di Monaco, la Scala di Milano, il Carnegie Hall, il Verbier Festival e il Festival Internazionale di Edimburgo hanno già rifiutato collaborazioni con il direttore d’orchestra russo. Peter Gelb, direttore generale del Metropolitan Opera di New York, aveva definito la scelta italiana come “propaganda culturale in nome di Putin” e una decisione frutto di «corruzione morale, debolezza e forse ingenuità».
Ecco alcuni stralci della dichiarazione ufficiale inviata il 13 luglio 2025 dal Congresso Mondiale degli Ucraini (Pavlo Grod) e da 36 associazioni ucraine attive in Italia, in occasione del Forum delle Comunità Ucraine a Roma: “Non diventate complici dell’aggressore russo! Non legalizzate la politica criminale del Cremlino!” «Questo concerto, finanziato con fondi pubblici, segna il ritorno simbolico di Gergiev sulla scena culturale europea. Non si tratta di un atto neutrale. È un gesto politico, che rischia di legittimare il regime che rappresenta e la violenza che continua a scatenare» .
Il messaggio diretto alle autorità italiane coinvolte: «Valery Gergiev non ha mai preso una distanza pubblica dal regime russo; è un ambasciatore di Putin, un suo sodale; esibirsi alla Reggia di Caserta sarebbe un insulto per le vittime ucraine», «L’evento non è musica, non è arte, non è cultura: è un luccicante biglietto da visita del dittatore del Cremlino, un lasciapassare per le sue atrocità», «Concedere un palcoscenico prestigioso come la Reggia a un simile personaggio è un insulto quotidiano agli ucraini che ogni giorno subiscono attacchi e deportazioni».
Qualche voce critica, seppur flebile, si era levata anche nel mondo della politica. Ivan Scalfarotto (senatore di Italia Viva) aveva dichiarato che pur essendo fermamente contrario a Putin, vietare un artista per ragioni politiche è un errore pericoloso. Secondo lui, Gergiev «viene per dirigere, non per fare campagna politica»: censurare l’arte rischia di renderci simili a ciò che pretendiamo di combattere.
Alfredo Antoniozzi, deputato e vice‑capogruppo di Fratelli d’Italia, ha criticato le richieste di proibire il concerto del direttore d’orchestra Valery Gergiev affermando che “se i cittadini russi devono pagare per gli errori del loro presidente, staremmo promuovendo una sorta di genocidio culturale” e ha aggiunto ironicamente che “probabilmente la onorevole Picierno vorrebbe oggi proibire l’ingresso in Italia anche a Fëdor Dostoevskij, se fosse vivo”.
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, aveva sostenuto che cultura e politica non dovrebbero mescolarsi: “Non accettiamo logiche di preclusione o interruzione del dialogo, perché non aiuta la pace”. La sua istanza era che il concerto non avesse scopo propagandistico, ma che fosse un atto culturale che avrebbe favorito il dialogo.
Il ministro della Cultura Alessandro Giuli aveva precisato che «l’arte è libera e non può essere censurata», anche se contemporaneamente aveva espresso preoccupazione sul rischio che l’evento potesse involontariamente servire alla propaganda russa. Per lui, l’arte e la propaganda rimangono ambiti distinti.
Il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, Presidente Regione Campania Vincenzo De Luca, il Sindaco di Caserta Carlo Marino, il direttore artistico Antonio Marzullo, hanno ora ceduto allineandosi prontamente alle richieste di annullamento del concerto.
Un momento in cui la luce dell’arte ha illuminato l’oscurantismo della propaganda e compiuto la propria missione universale: superare le divisioni
Allo stesso esito si era giunti nel caso di Valentina Lisitsa, che si sarebbe dovuta esibire a Venezia, presso il teatro La Fenice, che però annunciò, nel dicembre 2022, la cancellazione del suo concerto perché rea di aver suonato sulle macerie della città riconquistata di Mariupol. In quel caso la decisione di un nutrito gruppo di intellettuali, insieme a Byoblu, trovò il modo più efficace di opporsi al barbaro ostracismo contattandola ed invitandola ad esibirsi in Italia. Byoblu, in collaborazione con la nostra Pangea Grandangolo, organizzò l’evento musicale che si tenne il 29 aprile e che fu poi trasmesso, in esclusiva, sabato 6 maggio. Qui la registrazione di quel memorabile evento. Successivamente il comitato organizzatore lavorò al suo ritorno in Italia per “Ponti di Musica”, uno straordinario concerto evento, organizzato proprio in quella Venezia che aveva respinto l’esibizione della celebre pianista russo-ucraina.
La musica di Valentina ha costruito un ponte per unire i popoli e abbattere ogni forma di censura dell’arte. Qui l’esibizione di Valentina Lisitsa insieme al maestro Mauro Valli, virtuoso del violoncello, con un repertorio eccezionale che spazia da Bach a Beethoven fino a Liszt.
Ricordiamo infine che se si impedisse al direttore d’orchestra russo V. Gergiev si configurerebbe una violazione di moltepici diritti sanciti dalla Costituzione italiana, le sue leggi e la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo:
Art. 21 – Libertà di manifestazione del pensiero
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero “con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. L’arte rientra in questa protezione, e non può essere sottoposta a censura preventiva o selettiva.
Art. 33 – Libertà dell’arte e della scienza
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento” sancisce che ogni opera artistica — musicale inclusa — possa essere espressa e presentata senza limitazioni ideologiche o nazionali.
Art. 9 – Promozione della cultura
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e tutela il patrimonio artistico come elemento fondamentale di coesione e identità collettiva.
Bloccare un concerto del genere significherebbe andare contro il principio secondo cui lo Stato deve favorire l’accesso e la pluralità culturale.
Art. 3 – Uguaglianza
L’art. 3 prevede uguaglianza formale e sostanziale tra i cittadini, vietando discriminazioni arbitrarie per nazionalità, opinioni politiche, ecc. Censurare un artista solo per la sua nazionalità rientrerebbe in una discriminazione non ragionevole.
Oltre alle violazioni costituzionali già indicate, la censura del concerto di Valery Gergiev per la nazionalità russa potrebbe configurare anche responsabilità dal punto di vista penale, secondo l’ordinamento italiano:
Art. 604‑bis del Codice Penale (ex Legge Mancino)
1. Propaganda o istigazione a discriminazione
Chiunque propaga idee di superiorità o incita alla discriminazione per motivi nazionali è punito con:
- reclusione fino a 1 anno e 6 mesi oppure
- multa fino a 6 000 €
2. Istigazione o provocazione alla violenza
Chi incita o commette atti di violenza per motivi basati sulla nazionalità è punito con:
- reclusione da 6 mesi a 4 anni.
3. Partecipazione o assistenza a organizzazioni discriminatorie
Chi supporta o partecipa ad associazioni che discriminano per nazionalità può incorrere in:
- reclusione da 6 mesi a 4 anni,
- chi dirige tali organizzazioni da 1 a 6 anni.
4. Circostanza aggravante (art. 604‑ter)
Ogni reato commesso con finalità discriminatorie o di odio nazionale può essere aggravato con aumento della pena fino alla metà.
Avevamo cominciato a raccogliere le firme della petizione NO CENSURE DI GUERRA! quando è arrivata la notizia del suo annullamento. A maggior ragione vi chiediamo di aderire firmando per protestare contro questa barbara e pericolosa operazione di propaganda bellica. Abbiamo bisogno di costruire Ponti di Pace e la musica ha esattamente questo ruolo universale di comunanza e comunicazione alta tra i popoli.
Per firmare clicca qui https://www.petizioni.com/no_censure_di_guerra
A seguire l’appello della petizione
NO CENSURE DI GUERRA!
L’Arte e la Cultura non accettano censure di guerra
Mentre era in corso la campagna per cancellare il Concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, programmato per il 27 luglio 2025 nella Reggia di Caserta, abbiamo redatto l’Appello “Sì al Concerto di Caserta” pubblicandolo online la mattina del 21 luglio. Poche ore dopo è stato annunciato che il Concerto era stato annullato dalla Direzione della Reggia di Caserta con la motivazione che “la presenza del direttore d’orchestra russo, criticato per le sue posizioni ritenute vicine a Putin, aveva suscitato forti polemiche e si temeva per possibili manifestazioni di protesta organizzate da associazioni ucraine per domenica sera.”
La Vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picerno, animatrice della campagna, esulta: “Abbiamo vinto! La Campania non ospiterà un ambasciatore di Putin. Ci vediamo domenica sera con le bandiere dell’Europa, davanti alla Reggia, per celebrare la forza e la bellezza della democrazia”, dopo aver minacciato di interrompere violentemente il Concerto con gruppi ucraini infiltrati nel pubblico, noncurante di violare la stessa Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (come spiega il nostro Appello).
Alla luce di questi fatti, e di altri analoghi che si stanno preparando, è ancora più importante sottoscrivere l’Appello per dare un concreto segnale che esiste un’Italia decisa a difendere i princìpi basilari della nostra Costituzione e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
APPELLO
Noi sottoscritti denunciamo l’isterica campagna di odio anti-russo, lanciata con una lettera alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e al Presidente della Campania Vincenzo De Luca, che ha imposto la cancellazione del Concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev che avrebbe dovuto tenersi il 27 luglio nella Reggia di Caserta. Gergiev avrebbe diretto l’Orchestra filarmonica del Teatro G. Verdi di Salerno con solisti dell’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, nell’esecuzione di Verdi, Čajkovskij e Ravel.
Valery Gergiev, uno dei massimi direttori d’orchestra contemporanei, era stato rimosso nel 2022 dal suo incarico di Direttore della Scala perché non aveva risposto alla lettera con cui il Sindaco di Milano Giuseppe Sala gli imponeva la condizione di prendere posizione contro il suo stesso Paese nel conflitto con l’Ucraina. Proseguendo sulla stessa linea, la Vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno(PD) e gli altri firmatari hanno chiesto di cancellare il Concerto di Gergiev a Caserta per “togliere visibilità a una figura che è apertamente connivente e complice di una linea politica che l’Europa, su altro versante, aborrisce e contrasta”, sottolineando che “l’Arte non è mai apolitica in tempo di guerra”.
Tutto questo viola principi fondamentali della Costituzione Italiana e della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo: non solo dissacrando il principio che riconosce come l’Arte e la Scienza siano libere (art. 33Cost. e art.10 Cedu) e negando il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art. 21 Cost. e art.9 Cedu), ma soprattutto ponendosi in aperto contrasto con il divieto di discriminazione previsto dall’art.3 della nostra Costituzione e dall’art.14 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo che, non ammettendoderoghe, sancisce che il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella Convenzione deve essere assicurato senza alcuna discriminazione per le opinioni politiche o per l’origine nazionale.
Discriminare un artista, di qualunque Paese sia, in base alla sua appartenenza nazionale e imporgli ricatti politici sostenendo che “l’Arte non è mai apolitica in tempo di guerra”, significa attuare la forma di aggressione più insidiosa: alimentare l’odio verso un intero popolo, verso la sua intera cultura, per diffondere l’idea di un nemico che ci minaccia e giustificare così ogni azione contro di esso.
Al contrario di quanto sostengono coloro che hanno imposto la cancellazione del Concerto di Gergiev a Caserta, proprio in tempo di guerra è necessario costruire ponti di dialogo tra i popoli attraverso l’Arte e la Cultura.
Per questo ci appelliamo a tutti i cittadini che non vogliono essere travolti da questo sempre più disastroso meccanismo di guerra, perché sottoscrivano questo Appello contro i tentativi, come quelli iin atto, di minare le basi stesse della democrazia sancita dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo a cui ripetutamente ci richiamiamo.
Firma la petizione NO CENSURE DI GUERRA!
[1] Orchestra protagonista: Orchestra Filarmonica “G. Verdi” di Salerno, affiancata da solisti dell’Orchestra del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. Direttore d’orchestra: Valery Gergiev Programma musicale serata:
G. Verdi – Ouverture da “La forza del destino”
Pëtr Il’ič Čajkovskij – Sinfonia n. 5 in Mi minore, Op. 64
Maurice Ravel – Boléro
Addendum del 23 Luglio
BYOBLU – CENSURA DI GUERRA: IL “NEMICO” RUSSO NON PUÒ ESIBIRSI IN ITALIA
Alla fine i concerti di Gergiev e Romanovsky sono stati annullati. La censura ha vinto, ma è già scattata una contropetizione per togliere il bavaglio alla cultura. Ne abbiamo parlato con Fabrizia Vaccarella, Manlio Dinucci e Berenice Galli.
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