Minacce, ricatti occupazionali e “giusto” tampone. Tutto per il nostro bene?

Minacce, ricatti occupazionali e “giusto” tampone. Tutto per il nostro bene?

Agosto 16, 2021 8 Di Francesco Cappello

Il green pass è stato validato in modo permanente dalla vaccinazione. Rinnovarlo significherà ottemperare alle successive chiamate vaccinali qualora saranno ritenute necessarie. Chi non si adegua può “scegliere” la via del tampone permanente. Come si sa è stato definito, d’intesa con il Ministro della salute, un protocollo con farmacie ed altre strutture sanitarie per “assicurare fino al 30  settembre 2021 la somministrazione di test antigenici rapidi per la rilevazione di antigene SARSCoV-2”. Il protocollo, si dice, terrebbe conto, in particolare, dell’esigenza di agevolare ulteriormente i minori di eta’ compresa tra i 12 e i 18 anni. 

Tra i test antigenici a supporto delle certificazioni verdi Covid–19 non piacciono però quelli sierologici e quelli salivari. Una circolare li esclude seppure riconosciuti utili ed efficaci per sondaggi frequenti dal MdS sin da maggio scorso.

Esiste, infatti, una circolare ove si afferma che la saliva può essere utilizzata come alternativa valida (https://temi.camera.it/leg18/post/OCD15_14440/test-salivari-diagnosi-infezione-sars-cov-2-indicazioni-del-ministero-della-salute.html). Vi si possono leggere il pronunciamento e le relative indicazioni del Ministero della salute, intorno ai test salivari per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, precedenti alla istituzione del green pass. 

Ci riferiamo alla circolare del 14 maggio 2021 “Uso dei test molecolare e antigenico su saliva ad uso professionale per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2” che conferma le indicazioni contenute nelle circolari n. 705 dell’8 gennaio 2021 e n. 5616 del 15 febbraio 2021

I test antigenici rapidi rilevano la presenza di proteine virali (antigeni). Sulla circolare del 14 maggio si legge che l’uso della saliva per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2 può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione da SARSCoV-2 qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei. In questi casi, la saliva può essere utilizzata come alternativa ai tamponi oro/nasofaringei per l’identificazione di infezione da SARS-CoV-2 preferibilmente entro i primi cinque giorni dall’inizio dei sintomi (ampiamente quindi all’interno delle 48 ore di validità previste). 

Inoltre, sulla circolare del 14 maggio, il test su saliva è indicato come un metodo di raccolta non invasivo e considerato opzione per il rilevamento dell’infezione da SARSCoV-2 anche in:

individui asintomatici sottoposti a screening ripetuti per motivi professionali o di altro tipo, per aumentare l’accettabilità di test ripetuti;

Il test salivare era perciò, da maggio scorso, ritenuto adatto persino ad individuare e tracciare eventuali soggetti asintomatici in grado di trasmettere il virus.

Più avanti tra l’altro si legge

che data la semplificazione della tecnica di prelievo i test salivari possono rappresentare uno strumento utile per il monitoraggio e controllo dell’infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico. Alcuni studi pubblicati nel 2020 hanno rilevato sensibilità comprese tra il 53 e il 73%.

Oltre a non essere invasivi costano poco e restituiscono un responso in pochi minuti. 

Perché allora il ministero ha voluto escludere i test salivari per il green pass? 

Data la estrema praticità di questi test e considerato che è ormai riconosciuta la contagiosità dei vaccinati non sarebbe opportuno per tutti il salivare, vaccinati compresi? (Vedi il mio Elisir di lunga vita)

Non vogliamo pensar male per cui non azzardiamo alcuna ipotesi. Sì, unicamente per il nostro bene e certamente non come tanti malpensanti si affrettano a concludere che prezzi alti a carico del lavoratore e tortura quotidiana possano essere un ottimo incentivo nei confronti di chi rifiuta il vaccino

Oggi si chiede distanziamento nelle aule scolastiche. Forse vale la pena ricordare che da sempre siamo consapevoli che la “riforma” migliore e più produttiva di buone conseguenze, auspicabile nella scuola, sarebbe un tetto massimo di 15 studenti per classe. Lo sappiamo e lo chiediamo, inascoltati, da tempo immemorabile. Sarà forse la volta buona.

Oltretutto secondo Marcello Pacifico di Anief:

“Ci sono 15mila plessi tagliati negli ultimi 12 anni da reintrodurre, assieme a 4mila sedi di presidenza e di Dsga, oltre che 200mila nuovi insegnanti e 50mila Ata. Sono questi i provvedimenti che ci aspettiamo, non quelle sugli obblighi senza fondamento giuridico”.

Aggiornamento del 24 agosto 2021

Green pass valido con test salivare rapido antigenico, Corbelli (Diritti civili): “Accolta nostra istanza in Emilia Romagna”

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