CER o Comunità Cooperativa Energetico-Alimentare dell’Associazione Filiere Virtuose?

CER o Comunità Cooperativa Energetico-Alimentare dell’Associazione Filiere Virtuose?

Maggio 2, 2025 0 Di Francesco Cappello

La Comunità Coop. di Filiere Virtuose di Prosumer e Consumer mira ad un’economia sociale mutualistica e non speculativa.
Promuove la democrazia energetica auto-gestita per l’autonomia e la reale indipendenza energetica delle utenze siano esse domestiche (Prosumer) che non-domestiche (Consumer)

Filosofia e Obiettivi
Partecipazione e Struttura
Tecnologia e Connessione alla Rete
Gestione della Rete di Distribuzione
Impianti di proprietà della Comunità
Compensazione e Ricavi

C’è una netta distinzione tra le Comunità Energetiche proposte dallo Stato (CER, ACR, CACER) e la Comunità Cooperativa Energetico-Alimentare proposta dall’Associazione Filiere Virtuose e dal Progetto omonimo “Filiere Virtuose, Energia ed Eco-Sostenibilità”.
Ecco le differenze principali.

Filosofia e Obiettivi
La Comunità Energetica promossa dallo Stato (CER/ACR/CACER), è orientata a permettere agli associati di usufruire di un servizio speculativo al costo più conveniente attraverso una pseudo-condivisione. Il loro scopo non richiede necessariamente una partecipazione diretta e profonda, o la conoscenza degli altri membri della Comunità.
La Comunità Coop. di Filiere di Prosumer e Consumer a mutualità prevalente (*) al contrario mira a creare un’economia sociale mutualistica e non speculativa.
Promuove la democrazia energetica auto-gestita per l’autonomia e la reale indipendenza energetica delle utenze siano esse domestiche (soci Prosumer) che non-domestiche (soci Consumer). Tali ruoli definiti dal Progetto divenuto anche Legge inter-regionale, sono fondamentali per lo sviluppo e il consolidamento del cambiamento degli attuali paradigmi dei settori tematici in questione: energie ed eco-sostenibilità.
Obiettivo ancor più ampio ed etico è la gestione completa da parte dei Cittadini virtuosi di tutto il sistema energetico e non solo (energia, altre imprese, servizi) e di conseguenza garantire, oltre al totale controllo anche una redditività vita natural durante denominata Reddito Esistenziale, a beneficio dei Cittadini virtuosi totalmente deducibile da tassazione.
Tutti i costi degli impianti sono detraibili e contribuiscono all’aumento della Classe di Performance Energetica (APE).

Partecipazione e Struttura
Nella Comunità Energetica promossa dallo Stato (CER/ACR/CACER), puoi semplicemente iscriverti a un’associazione (soggetto giuridico) senza che sia fondamentale essere una società (persona giuridica) e conoscere gli altri associati.
Nella Comunità Coop. di Filiere di Prosumer e Consumer è richiesta “partecipazione diretta e attiva come Socio” ed è fondamentale “l’attivismo mutualistico all’interno della stessa Comunità Coop.”.
I Soci, in particolare i Prosumer (ut. domestiche), sono i soggetti titolari degli impianti rinnovabili che acquistano grazie al pagamento di una quota-parte di acquisizione. Le energie prodotte in surplus vengono vendute ai Soci Consumer.

Tecnologia e Connessione alla Rete (Stato Attuale)
La Comunità Energetica promossa dallo Stato (CER/ACR/CACER) può condividere uno o più impianti (spesso fotovoltaici) che devono essere connessi alla stessa cabina di Media/Bassa tensione. L’energia viene “condivisa” solo tra gli associati che costituiscono la specifica Comunità e sono tutti connessi alla stessa cabina M/B tensione. L’incentivo riconosciuto è suscettibile alla prescrizione normativa di “produzione e consumo istantaneo” che risulta molto difficile in caso di Comunità composte da utenze eterogenee come persone fisiche e/o Condomini, aziende, enti [1].
Tale suscettibilità riduce fortemente la possibilità di un riconoscimento concreto e misurabile quale incentivo costante fermo restando che lo stesso, va ricordato, è comunque derivante dalla quota/percentuale di tassazione/contributo ricompresa negli Oneri di Sistema presenti in bolletta (che comunque si continuerà a pagare) e che contribuiscono alla erogazione di altre incentivazioni che finanziano le attività d’interesse generale per il sistema elettrico e quello del gas (es. CIP6 produzione di elettricità da fonti rinnovabili e “assimilate” come ad es. centrali a carbone o a gas, termo-valorizzatori, nucleare,…). In pratica. Si immagini di far parte di una comunità energetica. La speranza è di ricevere incentivi ogni mese per l’energia che si produce e si consuma.
Ma se non riesci a consumare l’energia subito, l’incentivo diminuisce o scompare e anche quando ricevi qualcosa, quei soldi vengono da fondi che tutti gli italiani pagano già nella bolletta (gli “oneri di sistema”). Questi oneri servono a finanziare tante cose, non solo le comunità energetiche. Per esempio le centrali che producono energia “assimilata” alle rinnovabili, ma non lo sono davvero (es. carbone, gas, inceneritori, persino nucleare). Incentivi vecchi come il CIP6, che continua a usare i soldi delle bollette per finanziare queste fonti. In altri termini gli incentivi delle comunità energetiche sono incerti, perché dipendono dal consumo istantaneo. I soldi degli incentivi non sono “regali”, ma derivano da soldi già pagati da tutti in bolletta. Gli stessi fondi vanno anche ad altri impianti meno “green”, come centrali a carbone o inceneritori.

Nella Comunità Coop. di Filiere di Prosumer e Consumer, le utenze domestiche quali Prosumer hanno a loro disposizione sia un impianto ibrido in modalità “Off-Grid” per la produzione e accumulo di elettricità per loro fabbisogno domestico giornaliero che una quota-parte di impianti acquisiti dalla stessa Comunità Coop. come ad esempio campi fotovoltaici/eolici/idroelettrici/etc, serre energetico-alimentari, biodigestori anaerobici, H2 e altro per la produzione e vendita di energia ai Soci Consumer.
In caso di extra-surplus la vendita potrà avvenire anche con un Gestore Luce/Gas partner con il quale convenzionarsi (vantaggioso per la compravendita reciproca di elettricità e servizi), oppure con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), o con il Mercato libero.

Gestione della Rete di Distribuzione
L’impianto Off-Grid [2] ha la caratteristica di non essere connesso alla Rete nazionale ma può operare in automatico all’occorrenza, grazie ad un dispositivo esterno, una commutazione sulla stessa che viene usata come UPS (gruppo di continuità) in caso di mancata produzione di energia da parte degli impianti installati (fotovoltaico, termo-elettrico,…etc), o disponibilità di carica sufficiente degli accumuli.
Questo tipologia di impianto è isolato dalla Rete anche per proteggere i soci Prosumer da noti “giochetti” di Gestori un pò furbetti (come il controllo remoto degli inverter che sono connessi On-Grid [2]) operati per forzare i consumi dalla Rete a carico ed insaputa degli stessi utenti, riducendo cosi i vantaggi e il risparmio dell’auto-produzione.

Impianti di proprietà della Comunità
La Comunità Energetica promossa dallo Stato (CER/ACR/CACER) è limitata agli impianti connessi alla stessa cabina di M/B tensione.
La Comunità Coop. di Filiere di Prosumer e Consumer al contrario, può essere titolare di uno o più impianti di diverse tecnologie (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biodigestore, H2 e altro in futuro) ubicati su tutto il territorio nazionale isole comprese [3].

La Comunità Energetica promossa dallo Stato (CER/ACR/CACER) non contempla la possibilità di gestire la Rete.
La Comunità Coop. di Filiere di Prosumer e Consumer al contrario, dopo almeno 2-3 anni di attività, può fare richiesta al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica MASE per avere in concessione la gestione della Rete di Distribuzione locale (inter-comunale/regionale) lasciando le manutenzioni ordinarie e straordinarie a carico delle società esistenti (Terna/Enel/…chi altri territorialmente).
Con lo sviluppo di più Comunità Coop. di Filiere inter-regionali tale gestione può essere estesa su tutto il territorio nazionale e questo obiettivo garantirebbe di diventare totalmente autonomi e creare un sistema energetico ed economico molto più efficiente e sicuramente molto più etico e non più speculativo e condizionabile alle suscettibilità isteriche e ciniche del Mercato libero, o del TTF e simili.

Compensazione e Ricavi
Va ricordato che nella Comunità Coop. di Filiere di Prosumer e Consumer (allo stato attuale, prima della gestione della Rete), l’utenza domestica Prosumer è proprietaria dell’impianto Off-Grid residenziale utile al consumo domestico giornaliero che è dotato di un controllo di commutazione temporanea sulla Rete nazionale nel caso di mancata produzione di energia o ridotta disponibilità degli accumuli. La commutazione ritorna a collegarsi con gli impianti Off-Grid appena ripristinate le disponibilità elettriche e il loro funzionamento.
Il socio Prosumer al contempo ha anche una o più quote-parti relativi agli impianti On-Grid di produzione e vendita di energie/alimenti/etc. ai Soci Consumer e quest’ultima condizione garantisce allo stesso di ricevere dei compensi che favoriscono sia la compensazione degli eventuali consumi avvenuti temporaneamente degli impianti Off-Grid per il fabbisogno giornaliero domestico, nonché “guadagnare concretamente e continuativamente” per la vendita al Socio Consumer [4].

Con i proventi della vendita, la Comunità Coop può generare un Fondo collettivo per investire su qualsiasi iniziativa ritengano utile realizzare come, in primis, installare nuovi impianti sostenendo anche chi non ha sufficienti risorse economiche, gestire nuovi servizi a beneficio sempre dei Soci, ma anche contribuire, ad esempio, alla ristrutturazione di beni storico-culturali o peculiari favorendo un rilancio del turismo e di tutti i servizi energetici e commerciali dedicati (itinerari religiosi, eno-gastronomici, ospitalità diffusa,…etc.), compresa la mobilità elettrica leggera e pesante, oltre a dei servizi di e-sharing, e tanto altro.

Nella Comunità Energetica promossa dallo Stato (CER/ACR/CACER) non è descritto ne possibile realmente sviluppare meccanismi economici simili a quello del Progetto di Filiere di compensazione, o di reale guadagno diretto, perché condizionati alla condivisione e nella incognita dei possibili ricavi che, nell’ipotesi più ottimistica qualsiasi essi siano, restano disponibili per soli 20 anni mentre, al contrario, nel Progetto di Filiere vengono a consolidarsi diverse economie vita natural durante perché auto-gestite dai Cittadini virtuosi che rappresentano un perfetto idillio simbiotico poiché sono al contempo i produttori/gestori e i consumatori.

In sintesi, mentre La Comunità Energetica promossa dallo Stato si configura principalmente come una associazione di soggetti per la condivisione di energia prodotta localmente da alcuni di essi, la Comunità Coop. di Filiere di Prosumer Consumer si presenta come un nuovo modello sociale ed economico più ambizioso, orientato all’autosufficienza individuale (tramite tecnologie Off-Grid residenziali per una Casa Green al 100%), all’azionariato diffuso per essere tutti proprietari degli impianti e non le Multinazionali, per l’apertura di nuove aziende start-up che potranno costituire su larga scala sul proprio territorio comunale/regionale rilanciando il welfare, per la ricerca e sviluppo di diverse tecnologie utili al fabbisogno dell’intera collettività, alla gestione diretta delle Reti di Distribuzione in futuro, alla creazione di un’economia sociale non speculativa che include altre attività oltre all’energia e alla generazione di ricavi e benefici per tutti i Soci che contribuiscono al sostegno del bene comune, al benessere delle Comunità Coop. costituite e alla costruzione di un Reddito Esistenziale quale riconoscimento e valorizzazione dell’impegno individuale all’interno di una collettività più coesa, responsabile e sovrana.

Va infine chiarito che le Comunità proposte dallo Stato e precedentemente dalla Direttiva Ue entrambe tra il 2018 e 2019 hanno preso spunto dal Progetto Filiere Virtose, Energia ed Eco-Sostenibilità attraverso incontri e consegna della stesura del Progetto alla Commissione Ambiente (fine Nov. 2013 primi Gen 2014) e a mezzo corrispondenza digitale al MISE (Ministero dell Sviluppo Economico) (primi di Lug. 2018) poco prima del varo della Direttiva Ue 2018/2001 artt. 21 e 22 sugli auto-consumatori e le CER da fonti rinnovabili (Consiglio Europeo metà Dic. 2018) in vigore in Italia con Decreto Legislativo n.199 RED II a metà Dic. 2021.

Grazie a Maurizio Rampazzo, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Filiere Virtuose Italia, per la puntuale consulenza che ha permesso la stesura di quest’articolo.

[1] Quando si crea una Comunità Energetica Rinnovabile (CER), i membri ottengono incentivi economici se riescono a produrre e consumare l’energia nello stesso momento (cioè istantaneamente). Questo si chiama “produzione e consumo istantaneo”. Ma se la comunità è composta da soggetti molto diversi – come famiglie, condomìni, aziende, scuole – ognuno ha orari di consumo diversi, quindi è molto difficile che l’energia prodotta venga consumata subito, e si rischia di perdere parte degli incentivi.

Ecco un esempio. Immagina una comunità energetica con:

  • una scuola pubblica (che consuma solo di giorno, nei giorni feriali)
  • un panificio (lavora soprattutto di notte)
  • alcune famiglie (consumano la sera e nei weekend)
  • un ufficio comunale (orari d’ufficio, chiuso nel weekend)

Ora, se i pannelli solari della comunità producono energia alle 13:00 di un mercoledì, la scuola la usa subito (perfetto!), ma le famiglie no (perché sono fuori casa), il panificio è chiuso, e l’ufficio magari consuma poco. Risultato: solo una parte dell’energia viene consumata “istantaneamente” → gli incentivi si riducono, o non vengono erogati perché il sistema premia solo la quota di energia prodotta e consumata nello stesso momento. Quindi, più la comunità è eterogenea, più è difficile ottimizzare questo meccanismo. Per mitigare queste difficoltà si è costretti a ricorrere a:
Batterie di accumulo: immagazzinano l’energia prodotta e la rilasciano quando serve, aumentando la quota di autoconsumo ma non la quota di incentivazione perché la prescrizione del consumo istantaneo vale anche con le batterie (produci, ricarichi, consumi). Sistemi di gestione intelligente (smart grid): coordinano consumi e produzione tra i membri per avvicinare domanda e offerta in tempo reale. Profilazione degli utenti: scegliere membri con consumi complementari (es. aziende di giorno, famiglie la sera) per bilanciare meglio la comunità.
[2] Un impianto Off-Grid (cioè “fuori rete”) è un sistema di produzione di energia – per esempio con pannelli fotovoltaici – che non è collegato alla rete elettrica nazionale. Funziona in modo autonomo, usando batterie per accumulare l’energia prodotta. Immaginiamo una qualsiasi abitazione civile in un contesto urbano, una casa vacanza o un appartamento facente parte di un condominio. Essa può , ai sensi delle norme vigenti, installare il proprio impianto Off-Grid fino ad una potenza di 6 KWp nominali rimanendo comunque un’utenza servita dalla rete Nazionale.
Durante il giorno produce energia e la conserva nelle batterie. Di notte, o nei giorni nuvolosi, usa quell’energia accumulata.
Se le batterie si esauriscono e proprio non basta più, c’è un dispositivo automatico che può attivare una connessione temporanea alla rete nazionale, solo come emergenza, come fa un gruppo di continuità (UPS). C’è un vantaggio importante: essendo isolato dalla rete, nessuno può controllare a distanza l’impianto. Alcuni utenti On-Grid (cioè connessi alla rete) hanno segnalato comportamenti scorretti da parte dei gestori, come il controllo da remoto dell’inverter (il dispositivo che trasforma l’energia prodotta in corrente alternata utilizzabile), il forzare l’impianto a prelevare energia dalla rete, anche quando avrebbe potuto usare quella auto-prodotta. Questo riduce il risparmio dell’utente e lo costringe a pagare bollette più alte, anche in presenza di un impianto fotovoltaico di proprietà funzionante.
Off-Grid è sinonimodi indipendenza totale, si usa la propria energia (come un’isola) dotato di un sistema automatico di emergenza, simile a un UPS. Esso protegge da eventuali abusi dei gestori elettrici legati al controllo remoto (che invece è possibile nei sistemi On-Grid).
[3] Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), promosse dallo Stato, possono condividere energia solo se gli impianti e i membri sono collegati alla stessa cabina elettrica locale (di media o bassa tensione).
Invece, una Comunità Cooperativa di Filiere non ha questo limite geografico: può gestire e usare energia da impianti diversi e sparsi in tutta Italia, isole comprese. In altri termini nel caso della Comunità Energetica “statale” (CER):

  • Una scuola, alcune famiglie e una palestra si trovano nello stesso quartiere.
  • Installano pannelli solari e si uniscono in una CER.
  • Possono condividere l’energia solo perché sono tutti collegati alla stessa cabina elettrica (quella che serve il quartiere).
  • Se una casa o azienda è a pochi chilometri ma fuori da quella cabina, non può far parte della CER.

Viceversa nel caso della Comunità Cooperativa di Filiere

  • Una cooperativa nasce per unire piccoli produttori e consumatori in tutta Italia.
  • Ha un impianto eolico in Puglia, un biodigestore in Veneto, un fotovoltaico in Sicilia.
  • I membri della cooperativa possono risiedere in diverse regioni.
  • Possono condividere e scambiarsi l’energia prodotta, anche se sono collegati a cabine diverse o si trovano su isole.

In pratica un modello più flessibile, più scalabile e non dipendente dalle restrizioni geografiche della rete elettrica tradizionale. In sintesi la CER pubblica è solo locale e limitata alla stessa cabina elettrica. La Comunità cooperativa di filiera è multi-tecnologica e senza vincoli territoriali.
[4] Un socio Prosumer ossia l’utente che produce e consuma energia. può anche possedere una parte di impianti On-Grid (cioè collegati alla rete) che vendono energia o altri prodotti (es. cibo) ai Consumer ossia utenze non domestiche di consumatori, non produttori.
Questa partecipazione permette al cittadino prosumer di guadagnare dalla vendita ai Consumer e di coprire eventuali costi se, in certi momenti, fosse costretto ad usare energia dalla rete nel caso in cui i suoi impianti Off-Grid non producessero abbastanza in quel momento.
Immagina Marco, che abita in una casa con pannelli solari Off-Grid. Di solito si autosostiene, ma se in inverno piove per giorni, deve usare energia dalla rete, che ha un costo. Marco però è anche socio di una cooperativa energetica e possiede una quota di un grande impianto solare On-Grid nel Sud Italia, che vende energia a famiglie “Consumer” (che non producono nulla, ma comprano).

  • Marco guadagna ogni mese una parte dei soldi ricavati da queste vendite.
  • Con quei guadagni può compensare i costi quando deve usare la rete nazionale.
  • In certi casi, può anche avere un utile costante, più alto dei suoi consumi.

In altri termini il socio Prosumer non solo usa la sua energia, ma è anche azionista-produttore in un sistema più grande. Questo modello distribuisce ricavi interni tra i soci produttori e i soci consumatori e protegge chi produce in modo indipendente, anche quando serve un supporto temporaneo dalla rete.
(*) Una cooperativa a mutualità prevalente è una cooperativa che svolge la maggior parte della sua attività a favore dei propri soci (ad esempio fornendo loro beni, servizi, lavoro o opportunità). È perciò una cooperativa che esiste principalmente per i propri soci, non per fare profitto sul mercato. Esempi possibili sono quelli di una cooperativa di lavoro che dà lavoro principalmente ai soci così come quello di una cooperativa di consumo che vende prodotti soprattutto ai soci. Questo tipo di cooperativa ha agevolazioni fiscali e deve rispettare vincoli specifici, come il divieto di distribuzione degli utili oltre certi limiti.

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