Abbattere ciò che ancora rimane in piedi ed “aiutare” chi per “volontà propria” intendesse “lasciare” Gaza

Abbattere ciò che ancora rimane in piedi ed “aiutare” chi per “volontà propria” intendesse “lasciare” Gaza

Maggio 20, 2025 0 Di Francesco Cappello

«L’esercito israeliano avverte che l’assalto sarà feroce ed implacabile» parola di Avichay Adraee, portavoce militare israeliano al mondo arabo

L’ultima fase di annientamento “I carri di Gedeone“, apre la strada all’uccisione di altri palestinesi e alla loro espulsione definitiva. Il piano di distribuzione degli aiuti, estromessa l’UNRWA

l’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi) è stata nuovamente estromessa dalle operazioni di aiuto umanitario nella Striscia di Gaza.

28 ottobre 2024: Il parlamento israeliano (Knesset) ha approvato due leggi che vietano all’UNRWA di operare nei territori occupati, proibendo qualsiasi contatto tra l’agenzia e le autorità israeliane. UNRWA

30 gennaio 2025: È entrato in vigore il divieto di operare per l’UNRWA in Israele.

2 marzo 2025: Israele ha imposto un assedio totale alla Striscia di Gaza, bloccando l’ingresso di aiuti umanitari, compresi cibo, carburante e forniture mediche. UNRWA

27 marzo 2025: Tutto il personale internazionale dell’UNRWA ha lasciato Gaza; attualmente, solo il personale locale continua a fornire assistenza, nonostante le crescenti difficoltà.

Dopo l’attacco di Hamas contro Israele il 7 ottobre 2023, che causò la morte di circa 1.200 persone e il rapimento di 251 ostaggi, Israele ha imposto un blocco totale alla Striscia di Gaza il 9 ottobre 2023 [1]. Questo blocco ha interrotto completamente l’ingresso di cibo, acqua, medicine, carburante ed elettricità, aggravando una già precaria situazione umanitaria. The Washington Post
Non mostriamo per pietà l’enorme messe di documentazione di bambini morti per fame reperibile ad esempio sul canale Telegram Palestina HOY

sarà controllato dai militari israeliani con la supervisione USA, con l’ammissione, quindi, di un’ulteriore presenza americana sul territorio palestinese, prerequisito secondo l’amministrazione Trump per la completa presa del controllo della Striscia di Gaza, al fine di far posto alla sua immaginata “zona di libertà”, una terra ripulita etnicamente dalla sua popolazione, pronta ad accogliere la colonizzazione israeliana. Israele ha, infatti, annunciato, secondo il FT, l’intenzione di controllare direttamente la distribuzione degli aiuti umanitari attraverso una nuova struttura denominata “Gaza Humanitarian Foundation“, gestita dall’esercito israeliano e da appaltatori privati.

Ricordiamo accanto ai successivi blocchi a partire dal 9 ottobre 2023 [1], l’attacco avvenuto il 2 maggio 2025, alla nave Conscience, appartenente alla Freedom Flotilla Coalition, con a bordo 30 persone, tra cui attivisti internazionali e membri dell’equipaggio. Essa è stata colpita da un attacco con droni mentre si trovava in acque internazionali al largo di Malta. La nave stava sfidando il blocco navale imposto da Israele. Essa trasportava aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza.
[La Freedom Flotilla Coalition è un’organizzazione internazionale che dal 2010 organizza missioni navali per consegnare aiuti umanitari a Gaza. L’attacco del 2 maggio 2025 ricorda l’incidente del 2010, quando le forze israeliane abbordarono la nave Mavi Marmara, causando la morte di nove attivisti.]

19 maggio. Strazianti scene di sfollamento da Khan Younis. Famiglie verso l’ignoto senza farina, senza cibo, senz’acqua…

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno dichiarato la città di Khan Younis, nella Striscia di Gaza meridionale, zona di combattimento. È stata emessa un’ordinanza di evacuazione per tutti i residenti di Khan Younis e dei sobborghi vicini che concentrerà i palestinesi in un’unica area e faciliterà il piano di distruzione di ciò che ancora rimane in piedi e la “deportazione volontaria” di quei palestinesi che si ostinano a sopravvivere. Khan Younis è una delle città più grandi e densamente popolata del sud di Gaza. Quest’ordine di evacuazione, il primo su vasta scala dall’escalation, precede la più grande offensiva terrestre condotta dall’IDF battezzata Operazione Carri di Gedeone, che sarebbe volta a smantellare l’infrastruttura di Hamas nella zona. Gli obiettivi ufficiali dell’operazione sarebbero il ritorno degli ostaggi e la sconfitta decisiva di Hamas. Il Capo di Stato Maggiore dell’IDF ha sottolineato che qualsiasi accordo sugli ostaggi non fermerà le operazioni. Negli ultimi giorni, l’aeronautica israeliana ha colpito numerosi obiettivi in tutta Gaza. Le IDF hanno esortato i civili a spostarsi verso l’area costiera di Al-Mawasi, considerata una zona più sicura, mentre Khan Younis si prepara a diventare un ulteriore campo di macerie della Striscia. L’Aeronautica israeliana ha già colpito oltre 160 obiettivi in tutta Gaza. Con l’Operazione Carri di Gideon in corso, si prevede che i combattimenti si intensificheranno ulteriormente nei prossimi giorni

Il Tenente Generale Ayel Zamir ha dichiarato: “Continueremo finché non smantelleremo la capacità di combattimento del nemico e otterremo una sconfitta decisiva. Un accordo sugli ostaggi non ci fermerà. Esso sarà un risultato.

Nel frattempo il nostro Paese non trova di meglio che insistere a collaborare con Israele, nel peggiore dei modi, incurante del genocidio in corso da ormai da più di un’anno e mezzo:

Dall’Italia a Israele passando per gli USA, le armi di Leonardo consegnate a Tel Aviv
Antonio Mazzeo: «Quanto ha fatturato Leonardo S.p.A. con i cannoni utilizzati dalle unità della Marina militare israeliana per bombardare ininterrottamente dal 7 ottobre 2023 Gaza e il suo porto? Quattrocentoquaranta milioni di dollari, uno dei maggiori affari mai realizzati dalla holding regina del complesso militare-industriale italiano nello scacchiere di guerra mediorientale. Gli strumenti di morte in questione sono i cannoni navali 76/62 Super Rapido MF, in grado di sparare fino a 120 colpi al minuto, prodotti negli stabilimenti della controllata OTO Melara di La Spezia, andati ad armare le nuove corvette della classe “Sa’ar 6” realizzate dalla società tedesca ThyssenKrupp Marine Systems e impiegate in questi mesi da Israele per attaccare via mare la Striscia di Gaza

Ed ecco i risultati dei bombardamenti di questa notte:

I primi momenti dopo il bombardamento della Musa Bin Nusayr School di Gaza … piangono: «Hanno bombardato la scuola, la gente sta bruciando!»

Decine di feriti arrivano all’ospedale di Kamal Odwan in seguito agli attacchi aerei israeliani su Beit Lahya, a nord di Gaza.

In Italia chi volesse anche solo esporre una bandierina palestinese in segno di solidarietà rischia di essere accusato di volontà di sovvertimento dell’ordine pubblico
(https://www.lindipendente.online/2025/05/15/di-qua-passa-il-giro-ditalia-la-polizia-fa-rimuovere-la-bandiera-palestinese/).

[1] Cronologia del blocco e delle restrizioni

  • 9 ottobre 2023: Israele annuncia un “assedio totale” su Gaza, vietando l’ingresso di beni essenziali. Wikipedia
  • 21 ottobre 2023: Dopo pressioni internazionali, Israele consente l’ingresso limitato di aiuti umanitari attraverso il valico di Rafah, ma in quantità insufficienti rispetto ai bisogni della popolazione. Wikipedia
  • 2 marzo 2025: Israele impone nuovamente un blocco totale, interrompendo completamente l’ingresso di aiuti umanitari, rendendo questa la chiusura più lunga nella storia del blocco.
  • 19 maggio 2025: Dopo quasi tre mesi di blocco totale, Israele permette l’ingresso di alcuni camion di aiuti umanitari attraverso il valico di Kerem Shalom, a seguito di crescenti pressioni internazionali. Il Tempo di Israele+3AP News+3Newsday+3

Il blocco ha avuto conseguenze devastanti per la popolazione di Gaza:

  • Carestia imminente: Secondo un rapporto delle Nazioni Unite del 12 maggio 2025, l’intera popolazione di Gaza è a rischio critico di carestia, con il 22% già in condizioni di fame catastrofica.
  • Malnutrizione infantile: Circa 71.000 bambini sotto i cinque anni sono a rischio di malnutrizione acuta. Financial Times+1El País+1
  • Collasso dei servizi essenziali: La mancanza di carburante ha causato la chiusura di panifici e cucine comunitarie, mentre gli ospedali operano in condizioni critiche. opb
  • Morti tra gli operatori umanitari: Dal 7 ottobre 2023 al 14 maggio 2025, almeno 430 operatori umanitari, tra cui 305 membri del personale delle Nazioni Unite, sono stati uccisi. ochaopt.org

La comunità internazionale ha espresso forte preoccupazione per la situazione:

  • Condanne e minacce di sanzioni: Il 19 maggio 2025, Regno Unito, Canada e Francia hanno minacciato sanzioni contro Israele se non avesse cessato l’offensiva militare e rimosso le restrizioni agli aiuti umanitari. Reuters
  • Critiche da parte di organizzazioni umanitarie: Organizzazioni come Oxfam hanno descritto la quantità di aiuti consentiti come “una goccia d’acqua in un oceano di bisogno”, accusando Israele di utilizzare la fame come arma di guerra.
  • Appelli per un cessate il fuoco: Numerosi paesi e organizzazioni internazionali hanno richiesto un cessate il fuoco immediato e l’apertura di corridoi umanitari per alleviare le sofferenze della popolazione civile.

Nonostante la recente autorizzazione all’ingresso di alcuni camion di aiuti, la quantità rimane gravemente insufficiente per soddisfare i bisogni di oltre due milioni di persone a Gaza. Le condizioni continuano a deteriorarsi, con la popolazione civile che affronta una crisi umanitaria senza precedenti.

La comunità internazionale continua a sollecitare Israele a consentire l’ingresso di aiuti umanitari in quantità adeguate e a rispettare il diritto internazionale umanitario.

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